Il Cirneco in Sicilia |
Il Cirneco è presente in Sicilia da almeno tre millenni, questo è testimoniato da ritrovamenti fossili, numismatici e letterari. Lungo il corso del Fiume Simeto, in territorio di Paternò, in provincia di Catania in località Pietralunga attorno al 1960 è stato ritrovato uno scheletro di un cane, risalente all’incirca al 1400 a.C., di circa 45 cm di altezza e con la testa molto somigliante al tipo Cirneco, purtroppo di questo importantissimo reperto di carattere naturalistico-biologico, che doveva essere trasferito al museo L.Pigorini di Roma, non si ha più traccia…
All’ingresso di Siracusa, nella Necropoli del ”Fusco”, dentro una tomba sono stati ritrovati nel 1992 tre scheletri di cani risalenti al III secolo a.C.. Le tre teste dolicocefale e con gli assi cranio-facciali leggermente divergenti non si distaccano da quelle di un Cirneco. Probabilmente i cani appartenevano ad un cacciatore e sono stati uccisi alla sua morte per essere sepolti assieme al padrone. Nei mosaici della famosa Villa del Casale di Piazza Armerina in provincia di Enna è raffigurata una muta di cani che sbranano Atteone, ma più di qualsiasi altra raffigurazione importanza rilevante ha la monetazione siciliana dal V al III secolo a.C. che testimonia la presenza del nostro Cirneco nell’Isola sin da epoche antichissime. Le prime sono quelle di Adrano per seguire poi in ordine cronologico quelle dei Mamertini, di Segesta, Erice, Mozia, Panormos, Piakos, Selinunte, Agirion, Paropos, Siracusa, Camarina e Messana. Proprio su Adrano parla Eliano attorno al II secolo d.C. nel suo “Perì Zoon idiotetos” e nella sua opera, tradotta nel 1864 dal tedesco Rudolph Hercher, riporta un passo relativo ai cani sacri del Dio Adranos risalente all’ 800 a.C. : “Vi sono cani sacri, anzi essi sono i ministri ed i servitori del dio, i quali, non meno di mille di numero, superano i molossi per la bellezza……costoro durante il giorno dimenano la coda verso coloro che si avvicinano al tempio…..di notte sbranano con inaudita violenza anche i maestri nell’arte di rubare”, sia Santi Correnti che Ciaceri sostengono che i cani citati da Eliano fossero Cirnechi. Il paese di Adrano, alle pendici dell’Etna, è da consediderarsi la culla del Cirneco, nel suo museo si trova un interessante statuetta risalente al 1100 a.C. raffigurante un cane con orecchie ritte e muso a punta. |
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